Durante il febbraio 2020 inizia una tragedia che ha colpito l’Italia come primo paese occidentale, per poi diffondersi in tutto il mondo, la pandemia di Covid-19.

Sono tante le immagini che tornano in mente solo sentendo il nome di questo temibile virus, ma una su tutte descrive senza pietà quei momenti, sintomo di una cicatrice che probabilmente rimarrà indelebile nella nostra coscienza: le bare stipate nei camion dell’esercito a Bergamo.

Il Bergamasco è un territorio che è stato messo duramente alla prova, non c’è una famiglia che non sia stata colpita dal virus, il suono delle sirene delle ambulanze strillava più che in ogni altra città e la paura era talmente tangibile che la si poteva leggere negli occhi dei cittadini, ma è proprio in questi momenti che una comunità si unisce e cerca soluzioni, è proprio in questi momenti che il coraggio e l’amore per la propria gente viene a galla, è proprio in questi momenti che un’Associazione come quella degli Alpini si mette in gioco per cercare di aiutare chi è in difficoltà.

7 giorni, è questo il tempo in cui è stato costruito l'ospedale Covid.

Una struttura che proprio quando la situazione diventava ancora più critica è riuscita a dare ossigeno ad una città alla quale, come con il Coronavirus, mancava respiro.
Questa però non sarà la storia dell’ospedale ma degli uomini che hanno permesso, lavorando giorno e notte, che questo miracolo si concretizzasse.

7 giorni e grazie agli Alpini, Bergamo finalmente respira di nuovo.

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